D: Quali pensi siano, in questo momento, i principali driver che stanno cambiando e impattando sul mercato finanziario?
Sicuramente i servizi digitali. Durante questo particolare periodo si è potuta osservare una forte accelerazione sull’utilizzo dei servizi da remoto e, in questo modo, le persone hanno potuto farsi un’opinione a riguardo.
Digitale significa anche ripensare alla comunicazione dei prodotti assicurativi e di quelli bancari, per i quali è necessaria una conoscenza e una condivisione sui diversi canali semplice, diretta e comprensibile. Ad esempio, i prodotti vita, soprattutto quelli più evoluti, richiedono la capacità di spiegare sinteticamente, e nella modalità più semplice possibile, quali sono le caratteristiche e i vantaggi per i clienti.
Digitale significa, però, interagire anche con chi non è digital oriented, ovvero quella categoria di persone che, prima dell’avvento del COVID-19, era ancora rivolta a un mondo non digitale. Per questo, all’interno delle nostre strutture e agenzie abbiamo in programma di aumentare ancora di più la digitalizzazione e, soprattutto, la diffusione della cultura digitale.
In più, lo smart working attuato in questo periodo sta facendo riflettere su nuove modalità di lavoro che si potranno prendere in considerazione anche in futuro, portando, inoltre, a un ripensamento delle interazioni con i clienti esterni. Il lavoro da remoto ci ha permesso di lavorare in maniera totalmente sicura garantendo la continuità operativa. Ovviamente, vi è sempre il tema dell’incontro vis a vis e dei rapporti sociali, che sono spesso necessari e che, quindi, dovranno essere ben ponderati e ripensati.
Pertanto, per quanto riguarda la comunicazione, si stanno sviluppando delle tecniche che abbiamo potuto testare per la prima volta durante questo periodo. Il dialogo a distanza è risultato in realtà più semplice, quel muro virtuale che si pensa possa essere creato dal digitale in realtà non esiste, anzi, si riescono ad abbattere delle barriere legate molte volte alla timidezza e il dialogo viene così favorito.
D:Come è cambiata l’attività sua e della sua struttura dovendo affrontare un cambiamento a 360° in termini di sfide e opportunità?
Noi avevamo iniziato ad occuparci del digitale e dei dati già da tempo, spingendo molto sull’adoption di tecnologie innovative e del digitale. Con la comparsa del COVID-19 la nostra funzione ha acquisito una forte rilevanza, a causa del nostro pillar sulla trasformazione digitale, diventando così un punto focale.
Quello che stiamo facendo in questo momento in maniera progressiva e costante è portare avanti le nostre idee digitali, cercando di coinvolgere i nostri colleghi e cercando di abbattere gli ostacoli fisiologici culturali interni. Infatti, penso che le istituzioni che già da tempo spingevano su questi temi abbiano potuto affrontare al meglio questo cambiamento.
Un ultimo tema è quello legato alla cultura digitale che secondo me non dipende dall’età ma dal grado di educazione della persona. Quando si lancia un prodotto o servizio innovativo si è soliti pensare che il target sia quello dei giovani, in realtà dipende tutto dalla cultura e dal retropensiero di una persona, all’interno del quale si trova la propensione al digitale.
D: Ritieni che questo periodo di estrema digitalizzazione abbia accelerato la collaborazione con le FinTech, le startup e le istituzioni o pensi che la distanza sia stata un freno?
La collaborazione deve essere fatta anche in questo periodo dove il contatto fisico non può avvenire. Fortunatamente siamo abituati a collaborare principalmente sul digitale, quindi, anche noi, abbiamo potuto continuare a rapportarci con i nostri partner senza troppi problemi, pertanto non c’è stato alcun freno sotto questo punto di vista.
Quando si parla di collaborazione si fa riferimento alla condivisione tra uno o più soggetti, con i quali si è soliti fare delle riunioni e, su quest’ultimo punto la tecnologia ha permesso la propagazione di meeting e incontri collaborativi con altri paesi. Anche in questo caso, il digitale ha abbattuto dei muri che solitamente creiamo in presenza, permettendo di porre domande sempre più dirette e senza filtri.
Il digitale consente di creare degli approcci condivisi, poiché è un mezzo anche per “educare” le persone e capirne i pensieri. E’ vero anche però che l’era digitale individualizza tutto nella sola apparenza della AGORA Universale!
D: Rispetto a quello che è la socialità all'interno dei nostri comitati, quale può essere il valore aggiunto che il nostro Steering Committee del FinTech Lighthouse HUB, del quale tu fai parte, può portare alla persona e alla comunità?
Il grande valore aggiunto che lo Steering Committee del FinTech Lighthouse HUB porta è la comunicazione e la possibilità di creare delle connessioni tra istituzioni diverse. Si possono dare e ricevere contenuti interessanti ma, al netto delle ricerche, il grande vantaggio è dato dal networking. Infatti, non è sempre possibile avere del tempo per comprendere l’opinione di un collega che lavora nel tuo stesso ramo, cosa fa e cosa pensa, mentre i nostri incontri ci permettono di farlo e relazionarci con diverse realtà.
Il pensiero che si sviluppa attraverso il comitato deve però diventare azione, che è la prima e fondamentale forma del nostro fare, nulla è producibile che non sia pensato.